Mastino Napoletano, tra le razze canine più celebri in assoluto, è un molosso appartenente al gruppo di Pinscher e di Schnauzer, divenuto un’icona cinofila, anche per via del suo passato glorioso.
Tuttavia, anni addietro non era conosciuto come mastino napoletano, nome diffusosi solo con l’inizio degli Anni Sessanta. In passato, lo si inquadrava come “molosso italiano” o come “cane mastino“. Molto diffuso nelle campagne del Mezzogiorno d’Italia, questa razza canina è un fulgido esempio di “made in Italy” o più precisamente di “made in Sud”.
Andiamo alla scoperta nei dettagli di questo splendido cane dalla mole elefantiaca.
Origine e provenienza
Le origini del Mastino Napoletano risalgono addirittura al IX secolo a.C. , come dimostra un bassorilievo assiro che fa appunto riferimento all’esistenza di un cane molosso, robusto e di grossa taglia con forte attaccamento al padrone. Andando avanti con gli anni, vi sono ulteriori testimonianze sui molossi di provenienza tibetana che affiancarono l’esercito di Alessandro Magno durante alcune delle sue battaglie.
In quanto alle origini e alla provenienza del Mastino Napoletano, c’è da dire che con ogni probabilità, questa razza canina può essere considerata diretta discendente dei cani romani, impiegati tipicamente nei combattimenti e a guardia dell’accampamento dei legionari. È proprio all’epoca romana che risalgono le prime testimonianze scritte su questa razza canina, poi diffusasi in tutto il Vecchio Continente.
Perché quindi Mastino Napoletano e non semplicemente mastino?
L’aggettivo napoletano è dovuto al fatto che in piena epoca romana, i gladiatori campani e in particolare quelli di Capua solevano allevarlo.
In pieno Medioevo, questo era uno dei cani da caccia per antonomasia e con la dominazione spagnola, la razza si diffuse in tutta l’area mediterranea. Sempre per ciò che concerne la sua storia, “‘O can e pres“, come viene tuttora chiamato a Napoli e nell’hinterland, era impiegato con funzioni di guardia anche nel corso del regno borbonico; qualche secolo dopo, i briganti se ne servirono come “soldato” per fronteggiare l’esercito sabaudo.
Poi, agli albori del ‘900, il Mastino Napoletano attraversò la fase di rischio di estinzione, perché durante la Grande Guerra, molti esemplari persero la vita: fu un giornalista svizzero, Piero Scanziani, che in seguito diventò uno dei più noti cinofili in assoluto, a preservarne la razza, scovandone degli esemplari sopravvissuti. Dapprima, si occupò di ricostruirne la genetica. In seguito, sul finire degli Anni Quaranta, fu sempre lui a proporlo all’Esposizione di Napoli, destando il grande interesse degli allevatori presenti.
Pochi anni dopo, una foto della testa di un “molosso arcaico” apparve sulla copertina della rivista tematica “Cani di tutte le razze“. Così, anche i cinofili più scettici furono costretti a rivedere le loro iniziali opinioni e a credere, inevitabilmente alla “resurrezione” di questa razza canina che, all’inizio era nota solo in Italia, grazie alla “rinascita” che ebbe luogo nelle campagne avellinesi e napoletane. A partire dagli Anni Sessanta, come già evidenziato, questo cane dal forte corredo genetico fu identificato come “Mastino Napoletano“. La sua vocazione al combattimento era andata ormai persa e venne maggiormente impiegato come cane di guardia nelle masserie.
Fu però solo negli Anni Settanta che il “Leone del Sud Italia” raggiunse una certa fama anche negli Stati Uniti ed in Inghilterra, dove spuntarono diversi allevamenti.
Caratteristiche fisiche
Facendo riferimento al primo Standard della razza, riconosciuta in via ufficiale a partire dal 1949, il Mastino Napoletano è un molossoide di grossa taglia, possente in termini di costituzione per via del peso che si attesta attorno ai 50-70 kg e dell’altezza compresa fra i 66 ed i 74 centimetri.
La sua struttura è davvero statuaria, al punto da incutere un certo timore reverenziale quando lo si vede: questo perché il corpo è muscoloso sopra la media.
Il suo aspetto è decisamente arcigno anche per via della pesantezza delle mandibole. La chiusure dei denti, infatti, è ben serrata. Le sue movenze, sotto certi aspetti, ricordano molto da vicino quelle di un felino, per via della sua notevole agilità.
La pelle del Mastino Napoletano è lassa ed abbondante, specie sotto al collo, mentre il pelo è fitto, lucente e fine a livello di aspetto. La testa grossa, poi, è ricoperta da pliche e da rughe che ne caratterizzano l’espressione. Il muso squadrato e corto, così come il cranio ampio, gli occhi appena infossati, leggermente distanziati, grandi, di colore nero o castano con sfumature bluastre nell’iride, il naso grosso, appena schiacciato, le larghe narici, le labbra a V rovesciata e le orecchie corte dalla forma triangola, pendenti ai lati, completano la descrizione del capo.
Infine, la coda, tozza nella base, affusolata nella forma, tende ad assottigliarsi verso l’estremità. Questa può però essere anche mozzata.
Indole
Di indole, sicura, forte e decisa, il Mastino Napoletano si contraddistingue per un fortissimo istinto di protezione: il deterrente ideale per tenere alla larga i ladri.
In linea di massima, questo cane viene impiegato a guardia di proprietà e di persone, anche perché i suoi attacchi si contraddistinguono per una rapidità straordinaria.
E’ bene che il mastino familiarizzi sin da subito con gli altri cuccioli e con i componenti della famiglia “umana”, onde evitare che nel corso degli anni vada incontro a difficoltà relazionali con gli altri “amici a quattro zampe”.
Gli adulti tendono a passare molto tempo nell’ozio totale, mentre i cuccioli si dimostrano sin da subito particolarmente attivi e molto curiosi.
Aspetti caratteriali
Leale, vigile e protettivo: sono questi i tre aggettivi che meglio descrivono il carattere tenace del Mastino napoletano che, a differenza di quanto si possa pensare, tutto è fuorché un cane aggressivo. Trattasi tutto sommato di un “gigante buono“, di un cane semplice da addestrare, di intelligenza sopra la media, molto riflessivo ed equilibrato.
Sono davvero rarissime le situazioni di aggressività gratuita, dove risulta protagonista. La sua fisicità dirompente, la sua natura atletica innata e la sua evidente propensione a difendere proprietà e territorio, sorvegliati con la massima tenacia, sono ulteriori aspetti caratteriali degni di nota.
Colore e manto
Il manto, in linea di massima corto e liscio, presenta tutte le sfumature tipiche del grigio: petrolio, piombo e fulve. Più raramente, il colore del pelo tende al nero o al mogano. In mezzo alle dita delle zampe e sotto al petto, vi è sempre una macchia bianca.
Educazione
Il Mastino napoletano appartiene a una razza canina adatta agli esperti cinofili e ai padroni sicuri di sé. Necessita di un intenso addestramento, di una forte socializzazione e soprattutto di una guida ferma: in caso contrario c’è il rischio che diventi iperprotettivo.
Potrebbe, poi, prendere il sopravvento e non ubbidire.
C’è però da dire che per quanto riguarda i giochi, il Mastino Napoletano si rivela uno dei cani più possessivi in assoluto.
Una cosa è certa: per via della sua mole gigante, necessita di un notevole impegno, di cure e di attenzioni particolari.
Rapporto con la famiglia
Per quanto possa essere in grado di stare all’interno di una famiglia, a cui si affeziona facilmente, il Mastino Napoletano non è di certo il cane adatto a chi ha uno stile di vita troppo sedentario. Non è il classico cane da appartamento, per dirla in breve.
Il rapporto con i bambini, per quanto sia buono, in quanto animale paziente, presenta qualche situazione un po’ ostica: in primo luogo, il fatto che sia un cane di grossa taglia, fa sì che i più piccoli non possano facilmente portarlo a passeggio senza la presenza di un adulto.
Inoltre, occorre sempre prestare massima attenzione per via del suo forte istinto di protezione e la sua possessività che potrebbero generare situazioni non del tutto adatte ai bambini.
Ambienti adatti
Come tutti i cani di costituzione possente, anche il Mastino Napoletano necessita dei giusti spazi. Quindi, gli spazi all’aperto, come il giardino, la cuccia di grande, meglio se posta all’ombra, onde evitare la minaccia di colpi di sole, rappresentano gli ambienti più adatti.
A tal proposito, questa razza canina predilige stare all’aria aperta, nonostante non riesca a reggere al meglio il freddo.
Non si è dinanzi al cane che ama trascorrere gran parte della giornata in casa, anche perché la sua mole può rappresentare un problema a tutti gli effetti. Lo stesso dicasi per la bava. Inoltre, il Mastino Napoletano è un cane che russa di frequente, che ha problemi di flatulenza e, soprattutto, è solito spargere il cibo, mentre mangia. Perciò, non è di certo il cane adatto ai padroni più schizzinosi, in quanto non è proprio un campione di bon-ton.
Solo gli esperti cinofili e gli appassionati sanno come gestire questa razza canina dominante: occorre infatti orientare il suo istinto di protezione. Per ciò che concerne la devozione di questo molosso, bisogna solamente contraccambiarla.
Criticità e punti deboli
Di problemi di salute, il Mastino Napoletano non ne ha molti.
L’unica eccezione è rappresentata dalle malattie tipiche delle razze canine di taglia XL, come il Bulldog, il Cane di San Bernardo, il Boxer, l’Alano e via dicendo.
La displasia all’anca e del gomito, la fuoriuscita della ghiandola di Harder e la torsione gastrica sono alcune delle sue criticità più evidenti.
C’è inoltre bisogno di controllare attentamente lo stato di salute delle sue ossa, durante la crescita.
Chi desidera acquistarlo, farebbe benissimo a raccogliere il maggior numero di informazioni possibili sia sul suo stato generale di salute che su quello dei suoi genitori. Trattasi di una questione attinente a tutte quelle problematiche in cui potrebbe imbattersi.
Cura e tipo di alimentazione richiesta
Come tutti i cani di mole elefantiaca, urge prestare massima attenzione all’alimentazione. Specie durante i primi mesi di vita, onde evitare un’eccessiva crescita che finirebbe inevitabilmente per mettere a repentaglio lo stato di salute delle sue articolazioni.
Soprattutto durante il periodo della muta, la pelle e il pelo del Mastino Napoletano necessitano di massima pulizia.
Di natura, il Mastino Napoletano è molto possessivo con la ciotola del cibo.
Come per tutti gli animali che l’uomo alleva, anche in questo caso, è necessaria una corretta alimentazione. Questo cane è piuttosto restio al cambiamento, specie in materia alimentare. Motivo per cui è pressoché impossibile che opti per il cambiamento del proprio regime dietetico tradizionale.
Cosa mangia un Mastino Napoletano?
Di mangimi ce ne sono vari: si va da quelli semplici, di origine animale, a quelli complementari che altro non sono che le classiche miscele.
Se il cibo somministrato a questo cane “dagli occhi di ghiaccio” è già pronto, è sufficiente attenersi alle dosi indicate nella confezione. Diverso è il caso di razioni casalinghe.
I cibi che il Mastino Napoletano predilige sono i seguenti:
- Carne: si nutre prevalentemente di scarti di macellazione, da cuocere necessariamente. Le carni avicole, quelle bovine, quelle suine e le frattaglie sono quelle maggiormente consumate.
- Pesce: sempre cotto, va assunto con regolarità durante la fase di crescita. Si consiglia di macinarlo, onde evitare problemi dovuti a lische e spine. I pesci essiccati sono quelli prediletti da questo cane.
- Uova: alimento completo per antonomasia, specie nell’alimentazione canina. Mai cuocerle. Semplicemente somministrarle a crudo, specie nel corso della lattazione. Occhi a non abusare, per via dell’eccessiva presenza di vitamine e per l’elevato valore biologico.
- Pane secco: fondamentale nella dieta del Mastino Napoletano. Occhio chiaramente che non vi siano muffe.
- Riso: cibo contenente amido, da somministrare a seguito della cottura. Cereali e patate possono sostituire il riso. Nel primo caso, però, è fondamentale che il processo subito sia a caldo.
- Frutta e verdura: per quanto scarsamente amati dai cani, sono comunque essenziali per il loro regime dietetico.
- Latte: l’alimento cardine per i cuccioli. Da ridurre drasticamente con la crescita del cane, per via della difficoltà in fase di digestione.
- Grassi: il lardo è fonte calorica essenziale per l’alimentazione del Mastino Napoletano.
- Acqua: occhio a somministrare razioni d’acqua pulita. Il cane, infatti, tende sempre a sporcarla.
Luoghi comuni da sfatare
Non avrà di sicuro lo scatto di un levriero, ma il “Leone del Sud Italia” non è assolutamente lento, né tanto meno goffo.
Nell’immaginario collettivo, lo si inquadra come un cane pacato nell’aspetto e con l’occhio dalla palpebra calante. Lo sguardo, di primo acchito appare stanco, ma in realtà è vigile ed attento. Tuttavia, il Mastino Napoletano non è affatto un cane pigro o goffo, come erroneamente si potrebbe credere. L’apparenza inganna. Questo lo si intuisce anche dal fatto che il cane dagli “occhi di ghiaccio” sembra essere buffo e bonaccione, ma in realtà la sua indole è, come anticipato, decisamente coraggiosa.
E poi mostra una grinta fuori dal comune quando deve inseguire le sue prede.